Sedurre significa convincere gli altri, portarli dalla nostra parte, infatti deriva da “sé-ducere”, ossia condurre con sé. In questo senso nella vita quotidiana siamo spesso impegnati in attività “seduttive”.
Contestualizzando la parola all’ambito relazionale, essa si riferisce all’impegno nel renderci agli altri piacevoli, interessanti e attraenti. Pensiamo a quanti sforzi si agiscono pur di conquistare un potenziale partner: si è pronti a fingere ed esagerare al massimo le proprie risorse e qualità! Si prova una notevole spinta al miglioramento di se stessi per avvicinarsi il più possibile sia ad un’ immagine ideale di sé, sia all’ideale della persona amata: ossia si fa il massimo per diventare esattamente ciò che l’altro desidera e si aspetta da noi.
Questo agire, ricco di molti stimoli adrenalinici, non è comunque privo di tensioni interiori e contraddizioni. L’innamorato prova infatti una conflittualità tra spontaneità e seduzione. Da un lato vorrebbe piacere all’altro esattamente così come è, senza fare nulla, semplicemente per il fatto di esistere. Vorrebbe mostrarsi nudo e crudo per ciò che è, debolezze, limiti e difetti inclusi. Dall’altro lato è pronto a ricorrere a qualunque stratagemma pur di conquistare il partner, mostrando solo il meglio di sé, a partire dall’ uso di sguardi, moine, provocazioni e vezzi, fino a raggiungere modalità estreme: un po’ sorridendo, ma neanche troppo, pensiamo ai filtri d’amore, bugie, inganni o ricatti emotivi.
Nelle fasi iniziali delle relazioni c’è quindi un gioco e moto continuo tra l’essere ciò che si è e ciò che si vorrebbe diventare e come si vorrebbe apparire all’altro. Innamorarsi significa abbandonarsi, lasciarsi andare con fiducia. Si tratta di un’esperienza avvertita come “pericolosa” e tutti noi ce ne difendiamo. A seconda del grado di innamoramento e coinvolgimento, che comporta un livello diverso di capacità di autodifesa e protezione, l’arte seduttiva ci può riuscire più o meno bene. Il puro seduttore, non così coinvolto sentimentalmente, si mostra innamorato, ma riesce a dosare e a manifestare di sé ciò che desidera. Sa difendersi, destreggiarsi ed eventualmente indietreggiare con grande abilità. Non chiede nulla, non desidera nulla, è pronto a sparire dalla storia in ogni istante senza grande sofferenza. Al contrario il vero innamorato è emotivo, incerto, maldestro, timoroso. Prende il proprio sentimento molto sul serio e mette in gioco se stesso e la propria vita. È pronto a tutto. Anche a lottare e soffrire per amore.
Se queste dinamiche di piacere e piacersi sono vissute in modo equilibrato e bilanciato da entrambe le parti, c’è una ricerca di un punto di incontro tra le esigenze proprie e dell’altro e possono iniziare relazioni sentimentali basate su buoni presupposti ed un potenziale futuro insieme. In caso di disparità possono nascere relazioni basate sulle famose dinamiche di inseguimento e fuga con conseguenti sofferenze per la parte sentimentalmente più coinvolta ….che ahimè un po’ tutti conosciamo!